Intervista a Enrico Letta: «Uscire dal nucleare fu un errore, ma arrivare al 25% è irrealistico»

Intervista del sottoscritto a Enrico Letta per Elementi, rivista del Gestore dei servizi elettrici. Una pillola:
Onorevole Letta, il piano predisposto dal governo per diversificare le fonti energetiche prevede il raggiungimento, a regime, di un mix composto per il 50% da energia ricavata da fonti fossili, il 25% da energie rinnovabili e il 25% da nucleare. Entro la legislatura dovrebbe iniziare la costruzione delle nuove centrali nucleari italiane. Lo ritiene un piano auspicabile e raggiungibile?
Il nostro Paese deve disporre, per energia e ambiente, di un programma nazionale pluriennale, coordinato con i singoli piani regionali. In questa fase di estrema difficoltà economica, l’energia e l’ambiente sono fra gli ambiti in cui è più urgente investire a fini anticiclici. Sotto questo profilo, avere obiettivi chiari e condivisi è prioritario per dare certezza agli investitori. Ciò detto, pur comprendendo la necessità di sintetizzare in slogan ragionamenti complessi, resta la sensazione che non si sia andati molto più in là rispetto agli slogan.

Ad esempio?
Sul nucleare. Fu un errore uscirne, questo errore lo stiamo pagando ancora oggi e lo pagheremo nel futuro. Ma l’obiettivo del 25% espresso dal governo mi sembra irrealistico.
Difficile dargli torto, anche se la speranza è che il suo pessimismo sia sbagliato. Gli interessati possono leggere il resto dell'intervista sul sito di Elementi o sul blog dello stesso Letta. Dove le sue opinioni sul nucleare hanno creato qualche mal di pancia tra i suoi (e)lettori democratici.

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