E sotto la ciliegina, 59 reattori nucleari

In inglese si chiama "cherry picking". E' l'abitudine, molto paracula, di prendere la ciliegina dalla torta ignorando tutto il resto. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, non sa l'inglese, ma fa fa cherry picking lo stesso. Succede che Nicolas Sarkozy frena il tentativo italiano di allentare gli insostenibili vincoli europei sulla riduzione delle emissioni di gas serra. A Ferrero non pare vero. Acchiappa la ciliegina al volo e scrive sul suo blog (e invia alle agenzie di stampa) la seguente dichiarazione:
Il presidente francese Sarkozy ha ragione, sul clima, e Berlusconi ha torto. Il presidente di turno dell’Unione europea ha spiegato proprio oggi, davanti al Parlamento europeo, che non vi è nessuna ragione perché la crisi economica modifichi gli impegni dell’Europa sul clima, il contrario della proposta italiana, sempre più isolata, in Europa.
A parte la commozione nel vedere un comunista dire che un esponente di destra ha ragione, resta da vedere quello che c'è sotto la ciliegina. Ovvero cinquantanove grossi reattori nucleari. Che generano il 77% dell'energia elettrica prodotta dalla Francia. Sono questi impianti che consentono alla Francia di ridere dinanzi a ogni proposta di contenimento dei gas serra. Usando energia atomica più di ogni altro Paese al mondo, la Francia può permettersi di dare ai combustibili fossili un ruolo marginale. E quindi di avere emissioni di CO2 molto basse.

Massì, compagno Ferrero, facciamo come Sarkozy. Noi accettiamo il protocollo europeo in materia di emissioni, senza modificarne una virgola. E lei non rompe le scatole se costruiamo una sessantina di reattori a fissione.

Update delle 17.30. La lista dei geni s'allunga. Questo è nientemeno che l'ex presidente di Legambiente Roberto Della Seta, oggi capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente: «Bravo Sarkozy, le sue parole sul pacchetto-clima sono una lezione di buon senso per la Destra italiana. Da una parte c'è l’Europa dei grandi Paesi occidentali che sanno rispondere a problemi e opportunità nuovi con risposte moderne, che guardano al futuro. Dall’altra c'è il governo italiano che cerca di farsi forte di un’improbabile riedizione del partito di Varsavia». Proprio così: l'antinuclearista dice che quelle francesi sono «risposte moderne». Come si fa a prenderli sul serio?

Update delle 17.40. Sotto a chi tocca. Grazia Francescato, leader dei Verdi: «Meno male che c'è l’Europa e che  Sarkozy si è assunto con decisione il ruolo di paladino delle  politiche ambientali e della lotta ai cambiamenti climatici». Paladino.

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