Vita e aborto, a sinistra qualcosa si muove

Dal blog di Giuseppe "Peppino" Caldarola, ex direttore dell'Unità e attualmente deputato del Pd.
Alcuni settori del mondo cattolico e delle gerarchia chiedono di rivedere le norme dell'aborto tenendo conto delle acquisizioni della scienza in merito alla data d'inizio della vita (usiamo qui una formula brutta ma serve a capirici). Una parte del mondo cosiddetto laico tace, anzi la gran parte, un'altra grida all'aggressione clericale e all'arretramento dei diritti delle donne. Non capisco perchè un tema solenne come la vita debba sollevare discussioni così ideologiche. Non mi sfugge il valore simbolico di un dibattito sulla vita e sulla morte. Non sfugge alla mente umana da alcuni millenni. Mi sfugge il fatto che alcune componenti del mondo laico e progressista non cerchino di mettersi dalla parte della vita e di qui giudicare il resto. Prendiamo la difficile discussione sulla rianimazione dei feti, cioè dei bimbi prematurissimi. Come si può discutere in astratto se dipenda dalla decisione dei genitori salvarli o no fuori dalla definizione del loro carattere di esseri viventi con diritto di vivere. Io, per esaminare l'altro elemento del dibattito, sono perchè il malato possa decidere di non accettare più le cure, ma non sono perchè il diritto alla vita o alla morte sia frutto di un arbitrio anche se esercitato da animo amorevole. Il Papa ha ragione a mettersi dalla parte della vita. Tocca a noi laici ricominciare a ragionare sulla vita in modo aperto, senza fare passi indietro, senza consegnare le donne ad antiche pratiche, senza accanimenti di ogni tipo, ma partendo dalla vita e non sentendoci turbati dalla formula "diritto alla vita".
Applausi. Sono le stesse cose che qui si dicono da un pezzo.

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