I puffi del pensiero laico

Se il Vaticano fosse davvero come lo dipingono, si sceglierebbe nemici esattamente come loro. Ghibellini intolleranti. Timorosi del confronto delle idee. Fessi al punto da agire d'impulso e non calcolare l'esito delle loro azioni. Lettori frettolosi e confusi di cose più grandi di loro. Abituati a muoversi in gregge, seguendo stereotipi ammuffiti come le loro idee. Hanno appena ottenuto quello che volevano: Joseph Ratzinger (che qualunque cosa si pensi del papa è uno dei più importanti intellettuali contemporanei) è stato costretto a rinunciare a tenere il suo discorso all'università La Sapienza.

Bravi. E ora? Ora chi esce dalla vicenda come vincitore è proprio il pontefice, al quale i puffi del laicismo, quelli che a parole difendono la società aperta, hanno messo il bavaglio. Chi ne esce a pezzi, ancora una volta, è l'immagine del pensiero laico, i cui portabandiera sono sempre più simili a un Francesco Caruso che a un Luigi Einaudi o un Norberto Bobbio. Se ne parlerà per anni: Benedetto XVI, martire del libero pensiero. Sarebbe quasi da ridere, se non ci fosse di mezzo una cosa seria come il libero confronto delle idee.

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