Ecco come il governo finanzia la campagna anti-Ogm

di Fausto Carioti

Regalo di Natale per Mario Capanna e gli altri nemici delle biotecnologie, impegnati fino a pochi giorni fa a raccogliere firme (loro lo chiamano “referendum”, pure se non c’entra nulla) con l’intento di far perdere all’Italia anche l’ultimo treno della ricerca scientifica. Il regalo lo fanno il governo e il centrosinistra, tramite la Finanziaria. Cioè: lo fanno i contribuenti. Per l’anno 2008, la spesa sarà di 2 milioni di euro. Destinati a un fondo apposito, creato dal ministero delle Politiche agricole, per la «promozione di azioni positive in favore di filiere produttive agricole esenti da contaminazioni da organismi geneticamente modificati». Insomma, sono soldi per finanziare la battaglia contro gli Ogm. A questo fondo, si legge nell’ultima versione della Finanziaria, potranno attingere anche «fondazioni e associazioni indipendenti», come quelle impegnate con Capanna nell’ennesima battaglia di retroguardia. Il coordinamento degli scienziati favorevoli agli Ogm è insorto e ha chiesto al governo di cancellare la norma. Ma è scontato che nessuno li ascolterà.

Il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, ha mantenuto così la promessa che aveva fatto nelle scorse settimane alla coalizione “Liberi da Ogm”, che comprende, oltre alla sedicente Fondazione dei diritti genetici dell’ex leader sessantottino, anche Greenpeace, Legacoop, Legambiente, Wwf e diverse organizzazioni di consumatori. Dal 15 settembre al 15 novembre tutti costoro avevano inscenato nelle piazze una consultazione popolare per dimostrare che gli italiani sono contrari agli Ogm. La domanda sulla scheda conteneva già la risposta: «Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?». Quesito reso ancora più inutile alla luce di chi aveva organizzato la messinscena e di coloro che erano chiamati a votare. Tutto, infatti, è andato proprio come previsto: sono stati raggiunti i tre milioni di “voti” auspicati e quasi tutti, manco a dirlo, erano favorevoli a bloccare la diffusione degli Ogm.

Ovviamente, una simile iniziativa non può avere alcun valore legale. Fatto sta che De Castro ha apprezzato, schierando ufficialmente il suo ministero accanto alla coalizione di Capanna «sia con sostegno diretto al programma dell’associazione, sia accompagnando progetti di comunicazione». Capanna, che non è tipo da accontentarsi delle parole, gli ha risposto di non aver ricevuto un euro. Dal ministero gli hanno detto di stare tranquillo: i soldi arriveranno, con la Finanziaria.

In realtà, dopo gli strombazzamenti iniziali, lo stanziamento al fronte anti-Ogm è stato concesso con metodi da carbonari. Venerdì 7 dicembre, in serata, la commissione Bilancio della Camera ha riscritto parte della manovra. È nato così, grazie a un emendamento presentato dal relatore, il deputato del partito democratico Michele Ventura, l’articolo 56-bis (poi ribattezzato 56-quater), che istituisce, a partire dal 2008, il fondo “anti-Ogm” e lo finanzia con 2 milioni di euro. Tutto questo, si legge nella nuova versione della Finanziaria, «in coerenza con le richieste dei consumatori», il cui parere non risulta però che sia stato chiesto: né sugli Ogm né sui soldi che il governo vuole dare a Capanna.

Nella stessa circostanza, la commissione Bilancio ha stanziato 3 milioni per un altro fondo, destinato alla «promozione della ricerca e della formazione avanzata nel campo delle biotecnologie», che farà capo al ministero della Ricerca, guidato da Fabio Mussi. Ma nemmeno questa iniziativa trova l’appoggio degli scienziati che difendono le biotecnologie, i quali ritengono «preoccupante» la formulazione della norma che lo ha creato. Il fondo in questione, infatti, è vincolato ad operare «nell’ambito del principio di precauzione», cioè senza poter fare alcuna sperimentazione degna di questo nome, e rischia di diventare anch’esso una fonte di finanziamento per le organizzazioni nemiche degli Ogm, o comunque di essere usato per dare mance a fondazioni e istituti “amici” del governo, al di là di ogni requisito di merito.

Il Sagri, il coordinamento di scienziati e associazioni favorevoli agli Ogm, attacca a testa bassa: «Non si capisce come mai l’esecutivo dovrebbe destinare 5 milioni di euro nel 2008 a iniziative ambigue e scientificamente discutibili sulle biotecnologie». In particolare, avvertono dal Sagri, è chiaro che a beneficiare del primo fondo saranno «le associazioni contrarie alla ricerca e all’innovazione. Forse le stesse che durante la campagna Liberi da Ogm hanno offeso esponenti di spicco della comunità scientifica italiana, costringendo l’Accademia dei Lincei e l’Accademia delle Scienze a invocare più rispetto per la scienza». Proprio Capanna infatti, nei giorni scorsi, ha spiegato che esistono scienziati seri e «scienziati-squillo», e che l’oncologo Umberto Veronesi, colpevole di essere a favore degli Ogm, fa parte della seconda categoria. E anche questo piccolo episodio aiuta a capire meglio che fine faranno i nostri soldi.

© Libero. Pubblicato il 13 dicembre 2007.

Sullo stesso argomento, da questo blog:
La papaya Ogm e gli attivisti anti-Ogm
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