Islam e autocensura, ennesima puntata

Ulteriore conferma di come l'establishment occidentale dei media sia impegnatissimo a mettersi la museruola da solo, e usi nei confronti della religione islamica un rispetto e una cautela che non si sogna di adoperare per il cristianesimo.

Stavolta protagonista è Opus, notissima striscia satirica americana che appare sul Washington Post, quotidiano collocato nella zona moderata della sponda liberal. Il 26 agosto e il 2 settembre il Washington Post si è rifiutato di pubblicare nella sua edizione cartacea la striscia settimanale di Opus, poiché la protagonista, Lola, alla perenne ricerca di nuove mode spirituali esotiche, stavolta ha deciso di diventare una estremista islamica. Il dialogo che appare nella striscia contiene anche alcuni (velatissimi) doppi sensi a sfondo sessuale.

La striscia, racconta Fox News, è stata mostrata dalla redazione del Post ad alcuni islamici, i quali sono rimasti turbati dalle vignette. Da qui, oltre che dai noti precedenti danesi, la decisione della direzione di non mandare in stampa la striscia e di renderla visibile unicamente online.

Il gesto appare ancora più vigliacco alla luce di quanto deciso il 19 agosto, quando la vignetta di Opus che prendeva in giro il predicatore cattolico conservatore Jerry Falwell, scomparso di recente, è stata regolarmente pubblicata. Scelta giustissima, ma che non può non essere raffrontata con quella presa sette giorni dopo. Il combinato disposto delle due opposte decisioni editoriali spiega la posizione prona dei media occidentali nei confonti dell'intolleranza islamica meglio di mille commenti.

Hat tip: Cox & Forkum.

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