Sarkozy, "la rupture"


Bella, ciao. E' fatta. Frantumata Ségolène Royal, confermatasi alla prova dei fatti candidata di mediocre profilo, vittima anche lei delle solite formule vuote di una sinistra sempre più in cerca d'autore. Terza sconfitta consecutiva per la gauche alle elezioni presidenziali francesi. La più bruciante. Perché il trionfo di uno strano gollista atlantista come Nicolas Sarkozy, un "uomo nuovo" con una visione del mondo, una cultura e una strategia della politica antitetiche rispetto a quelle della sinistra continentale, fa senza dubbio più male della vittoria di un "tattico" cinico come Jacques Chirac. E poi perché la partecipazione al voto in questo secondo turno è stata altissima (registrata l'affluenza più elevata dal 1981, quando vinse per la prima volta il socialista François Mitterrand), e ora a sinistra non hanno nemmeno la scusa dell'astensionismo.

Spuntare le unghie dei sindacati; ridurre il carico fiscale, ridimensionare lo Stato sociale e il pubblico impiego; adottare una politica estera autonoma, ma più vicina a Washington di quella di Chirac; ridimensionare l'impresentabile "costituzione europea"; introdurre regole più severe per l'immigrazione, iniziando dalle politiche di riunificazione familiare; tenere fuori la Turchia dall'Unione europea; imporre un giro di vite sul crimine: se Sarkozy mantiene le promesse (e non sarà facile), può cambiare la Francia e spingere tutta l'Europa a ripensare se stessa. Vista la schifezza che sta diventando il vecchio continente, non sarebbe male.

- Qui il video del primo discorso di Sarkozy da vincitore.

- "Scelgo il lupo": André Glucksmann spiega perché ha votato per Sarkozy.

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