Regalo di Natale a Prodi: Senato chiuso per oltre un mese

Il Senato è sempre più ingestibile? Ogni volta che un provvedimento del governo sbarca nell'aula di Palazzo Madama c'è il rischio che Romano Prodi ne esca con le ossa rotte? L'ultima volta che si è votato a palazzo Madama se non fosse stato per i senatori a vita il governo sarebbe caduto? Niente paura. La soluzione è lì, a portata di mano. Basta chiudere l'aula del Senato. Se non definitivamente, almeno per 35 giorni. Ed è proprio quello che sta avvenendo. E chi se ne frega se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in seguito alla morte di Piergiorgio Welby ha chiesto al Parlamento «una riflessione approfondita su questioni eticamente sensibili che interrogano la coscienza e la responsabilità collettiva e individuale». L'importante è che la spina che tiene in vita il governo resti attaccata, e quindi figuriamoci se qualcuno, specie a sinistra, ha voglia di portare dentro al dibattito parlamentare un tema politicamente dilaniante come l'eutanasia. Il tutto nel sostanziale silenzio dell'opposizione, che non ha capito, o più probabilmente se ne sbatte.

L'ultima seduta dell'aula del Senato, quest'anno, porta la data del 19 dicembre. Per la prossima, bisognerà aspettare il 23 gennaio. In mezzo, trentacinque giorni di tranquillità assoluta per Prodi e di ricarica per gli anziani, preziosissimi senatori a vita. La maggioranza di centrosinistra ripone così gli ottuagenari nel congelatore, da dove debbono essere tirati fuori il meno possibile e solo nelle occasioni importanti: delicati come sono, rischiano di sciuparsi facilmente.

Il raffronto con gli anni precedenti spiega la situazione meglio di tante parole. Lo scorso anno, l'aula fu chiusa dal 23 dicembre 2005 al 4 gennaio 2006, quando riaprì per una seduta "straordinaria" convocata per la presentazione di un decreto, e quindi riprese i normali lavori l'11 gennaio. Totale: 12 giorni di sosta (19 se non si tiene conto della seduta del 4 gennaio). L'anno precedente, aula del Senato chiusa dal 29 dicembre al 18 gennaio: venti giorni di sosta. Natale 2003: 22 giorni di sosta. Natale 2002: 25 giorni. In media, quindi, stavolta l'aula del Senato starà chiusa ben due settimane in più degli ultimi anni.

E' solo l'ultimo episodio. La verità è che la maggioranza e il governo già dall'inizio della legislatura se le stanno inventando tutte per far lavorare il Senato il meno possibile, e più l'Unione perde pezzi, più la paura di far votare i senatori aumenta. In questi primi mesi dall'inizio della legislatura il Senato ha approvato 27 leggi. Nello stesso periodo della legislatura precedente ne aveva approvate 56. Adesso, la chiusura dell'aula per oltre un mese non fa che rendere la situazione ancora più evidente e imbarazzante.

Il bello (si fa per dire) è che le decisioni sul calendario dei lavori del Senato sono prese dalla conferenza dei capigruppo, e la sosta natalizia di 35 giorni ha avuto il via libera dei capigruppo dell'opposizione. Alzi la mano chi se ne stupisce.

Post scriptum. Buon Natale a tutti e auguri per un 2007 ricco di soddisfazioni. Salvo (improbabili) sorprese, il prossimo aggiornamento di questo blog avverrà nei primi giorni di gennaio.

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