Michael Moore sta iniziando a capire di non aver vinto le elezioni

Nemmeno un mese fa, all'indomani delle elezioni di mid term che hanno consegnato la maggioranza del congresso di Washington ai Democratici, scrivevo una cosa molto ovvia per chiunque conosca la situazione politica americana e non abbia gli occhi foderati da ideologie un tanto al chilo, e cioè che «l'equazione democratici uguale pacifisti» è «uno schema infantile» e che «la via d'uscita zapaterista, il "via subito dall'Iraq" è un'opzione che esiste solo nei wet dreams dei più ingenui».

Una cosa molto ovvia, appunto, che però Michael Moore sta realizzando con fatica soltanto adesso. Qui trovate il suo goffo appello rivolto a Nancy Pelosi, presidente della Camera, e a Harry Reid, capogruppo dei Democratici al Senato, in cui se la prende con il partito Democratico (ribattezzato «the Bush/Democratic Party War») per non avere ancora deciso il ritiro dei soldati americani dall'Iraq. «Se non lo farete subito, su di voi piomberà la rabbia degli elettori. Non stiamo scherzando, Democratici, e se non ci credete andate avanti così e proseguite la guerra per un altro mese. Vi combatteremo più duramente di quanto abbiamo fatto con i Repubblicani», è la minaccia di Moore, che si presume non abbia turbato i sonni di nessuno.

Il paragone con i girotondini italiani, depressi perché dal 9 aprile nessuno a sinistra se li fila più, calza benissimo. Come scrive un Gianni Vattimo disilluso nell'ultimo numero di Micromega: «Sociologicamente, noi amici di Micromega siamo come Prodi, degli esterni che servono (si chiamavano utili idioti) a mediare con tutta quella zona di società che non sta nel partito, o nei partiti, e che conta in quanto, e quando, porta voti». Come dire che il giorno dopo le elezioni il loro ruolo di «utili idioti» è finito e diventano solo una grande rottura di scatole per la stessa sinistra che li ha usati e lisciati sino a poche ore prima. E' la differenza tra gli arruffapopolo e i politici di professione, vecchia come la democrazia. Divertente che ancora così tanti non l'abbiano capita.

Post scriptum. Al lettore più sveglio non sfuggirà che Moore cita, come esempio di efficienza bellica americana, la sconfitta dell'impero giapponese nella seconda guerra mondiale. Quella ottenuta con l'impiego delle armi nucleari. Quando si dice un pacifista.

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