L'ira dei primitivi di sinistra contro chi prova a civilizzarli

Ecco cosa succede a chi prova, con coraggio, a rimediare ad alcune lacune cerebrali e culturali della parte peggiore (ma non piccola) della sinistra italiana. Come qualcuno forse ricorda, Diario, il settimanale di Enrico Deaglio, un paio di settimane fa ha dedicato una copertina e numerose pagine al tentativo improbo di smontare le tesi cospirativiste sull'11 settembre. Improbo a causa del target di sinistra cui si rivolge la rivista, non certo per l'efficacia delle argomentazioni da smontare.

E' andata come si poteva immaginare. Dalla copertina dell'ultimo numero della rivista: «"Venduti, vergogna". Largo ai complotti. Diario subissato da email di protesta e insulti per l'inchiesta sull'11 settembre». A pagina 29, un piccolo articolo intriso di delusione, dal titolo eloquente: "Niente da fare: cappotto dei complottisti". Riporto testualmente: «Valanga di email a Diario dopo il numero "Complotto dell'11/9? Una boiata pazzesca". Centinaia ci hanno scritto, moltissimi con grande rancore: venduti, pagati (dalla Cia, dai neocon, da Goldman Sachs), servi, agenti, cattivi senz'anima... Spesso sono messaggi brevi. Altri hanno scritto la loro delusione per il "cattivo giornalismo" che abbiamo fatto nel presentare l'inchiesta di "Popular Mechanics" (accusata di essere un'emanazione della Cia). Numerose minacciate disdette di abbonamento».

A seguire, ampio spazio alle reazioni tribali degli indignati. Che accusano Diario di avere «formulato un vero e proprio insulto all'intelligenza umana». Sedicenti ingegneri i quali sostengono che «solo un ingegnere deficiente potrebbe pensare che quelle torri sono crollate per l'impatto degli aerei». Lettori scandalizzati che invitano la redazione di Diario a vergognarsi. E tante altre reazioni primitive, sul modello di quelle descritte nell'articolo.

Lo so: pare incredibile che ci sia gente convinta che Diario sia una rivista finanziata dai neocon, ma se uno crede che le Twin Towers non le abbiano abbattute gli aerei pilotati dai dirottatori, è pronto a credere anche che Enrico Deaglio sia uno degli pseudonimi di Robert Kagan.

Questo, dunque, accade a chi, a sinistra, prova a destare dai loro sogni bagnati tanti elettori di Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto e Pecoraro Scanio, per non parlare dei disobbedienti con l'anello al naso che si "informano" su Internet. Se qualcuno aveva dubbi su cosa passi per la testa di larga parte della mejo gioventù, ora è servito. Se ancora non l'ha capito, si compri l'ultimo numero di Diario e si legga bene le loro lettere.

Post scriptum. Due letture consigliate sull'argomento.
La prima affronta l'argomento da un punto di vista giornalistico: "The great blood libel of Sept. 11", su Haaretz.
La seconda lo affronta invece da un punto di vista epistemologico: chi non ha letto questo, perda almeno un minuto per leggere questo.

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