Piccole precisazioni tra amici

Succede anche tra amici. Il deputato di Hezbollah che si è fatto fotografare assieme a Massimo D'Alema "rettifica" - come dire - quanto ci hanno detto sinora D'Alema e il governo italiano: la risoluzione 1701 quelli di Hezbollah non la condividono proprio tutta-tutta. Hanno qualche «riserva» su qualche dettagliuccio. Sul disarmo, ad esempio.

Diceva D'Alema a Beirut: «Mi è stato ribadito dai miei interlocutori che il governo libanese intende rispettare la risoluzione 1701 dell'Onu». Una «decisione unanime» del governo libanese, che coinvolge anche i ministri di Hezbollah, sottolineava con orgoglio D'Alema. Ora il suo compagno di passeggiate, che si chiama Hussein Haji Hassan, spiega che le cose non stanno proprio così. Lo ha intervistato il Corriere della Sera, pagina 2 di oggi. Domanda: «Scusi, ma lei sa bene che la risoluzione Onu prevede il disarmo della vostra milizia nel Libano meridionale. Siete pronti a pregiudicarla, dunque a rischiare il ritorno dalla guerra?». Risposta: «Sin dall'inizio abbiamo detto che la rispettavamo, ma solo con molte riserve. Una di queste riguarda il nostro disarmo, che va discusso unicamente tra noi libanesi. Nessuno straniero ha il diritto di interferire. Israele continua a rappresentare un pericolo e l'Hezbollah armato serve a garantire la nostra libertà». La risoluzione prevede anche che rimanga un solo esercito in Libano, quello regolare, e che ogni altra milizia venga smantellata. Ma l’hezbollah amico di D’Alema lo ritiene un aspetto secondario della risoluzione, un dettaglio non vincolante: «Esercito regolare e soldati hezbollah», dice, «possono coesistere fianco a fianco».

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