Le mille scuse dell'Islam

Una volta, il ritornello stanco dei terzomondisti islamici diceva che i colonialisti europei e i petrolieri americani gestivano il commercio internazionale in modo da derubare il Medio Oriente della sua ricchezza naturale. Ma hanno pensato bene di tacere quando il prezzo del greggio è balzato da un prezzo, già elevato, di 25 dollari al barile a un prezzo esorbitante di 75 dollari. Di recente, i Paesi esportatori di petrolio del Medio oriente hanno incassato 500 miliardi di dollari l'anno in extra profitti. Si tratta di uno dei più grandi, rapidi e inosservati trasferimenti di capitali della storia.

Un'altra vecchia scusa per la rabbia dei terzomondisti islamici era il fatto che l'Occidente aveva appoggiato dei dittatori - lo Shah, la casa reale saudita, la famiglia reale kuwaitiana - nel cinico desiderio di ottenere combustibili a buon mercato e crearsi forti alleati anti-comunisti. Alcune di queste critiche erano senza dubbio fondate. Ma a partire dall'11 settembre gli Stati Uniti hanno portato la democrazia in Afghanistan, hanno speso miliardi di dollari e sacrificato oltre 2.500 vite per promuovere la libertà in Iraq, hanno fatto pressione sulla Siria affinché abbandonasse il Libano e hanno ammonito alleati di vecchia data in Egitto e nel Golfo affinché introducessero le riforme necessarie. Per questi motivi, ora siamo considerati dei rozzi interventisti, anche se i nostri sforzi potrebbero aprire la strada alla legittimazione elettorale dei partiti fondamentalisti.

I terzomondisti islamici hanno continuato e continuano tutt'ora a lamentarsi per gli infedeli occidentali che si sono stanziati nelle terre islamiche. Osama Bin Laden attaccò perché le truppe americane si trovavano in Arabia Saudita, o almeno egli così disse. Hamas ed Hezbollah hanno fatto ricorso al terrore per liberare Gaza, il Libano e la Cisgiordania, o almeno così hanno detto. Eppure non è cambiato granché quando gli Stati Uniti hanno ritirato le loro truppe dall'Arabia Saudita, o dopo che gli israeliani se ne sono andati da Gaza e dal Libano e hanno annunciato il loro piano di ritiro dalla Cisgiordania.

Quindi hanno iniziato a lamentarsi perché l'Occidente tratta ingiustamente gli immigrati musulmani, nonostante l'evidenza contraria. Dopo tutto, i musulmani costruiscono moschee e madrasse in tutta Europa e negli Stati Uniti; eppure i cristiani non possono praticare la loro religione in Arabia Saudita o mandare missionari in Iran. Gli occidentali che risiedono o che sono immigrati in gran parte dei Paesi arabi non avrebbero mai il coraggio di scendere in piazza in favore di Israele. Ma in Michigan, la scorsa settimana, folle composte per la maggior parte da arabo-americani inneggiavano a Hezbollah, nonostante l'organizzazione terroristica abbia una lunga storia di uccisioni di americani.

Così scrive, nel suo articolo "Excuse After Excuse", su Real Clear Politics, un Victor Davis Hanson particolarmente ispirato, che merita di essere letto tutto.

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