La cittadinanza serve all'integrazione? Il caso degli islamici inglesi

Tre giorni fa è uscito un sondaggio sui musulmani britannici, commissionato da Channel 4 alla società di rilevazioni Nop. Utile per capire se la concessione della cittadinanza serva davvero a integrare gli immigrati, così come scritto anche a pagina 72 del programma dell'Unione («L’acquisizione della cittadinanza è il più efficace strumento giuridico di integrazione di cui le democrazie liberali dispongano. Per questo dobbiamo ridurre il periodo di attesa e consentire, in presenza di precisi requisiti previsti, l’acquisizione della cittadinanza su richiesta») e così come sta mettendo coerentemente in pratica il governo Prodi.

Elenco i risultati più interessanti del sondaggio.

- Il 30% degli islamici britannici intervistato ha dichiarato che preferirebbe vivere sotto la sharia che sotto l'ordinamento legislativo inglese.
- Il 28% di loro sono convinti che un giorno la Gran Bretagna diventerà uno Stato islamico.
- Il 78% di loro ritiene che gli autori delle vignette danesi debbano essere condannati.
- Il 22% di loro è contrario alla rimozione dei leader religiosi che incitano al terrorismo.
- Il 68% di loro ritiene che i cittadini inglesi che insultano l'Islam debbano essere condannati.
- Il 9% di loro ritiene accettabile il ricorso alla violenza da parte gruppi religiosi o politici.
- Il 13% di loro sostiene di comprendere i giovani islamici inglesi che dovessero decidere di diventare kamikaze.
- Il 45% è convinto che l'11 settembre sia stato una cospirazione degli Stati Uniti e di Israele.
- Il 36% sostiene che la Principessa Diana è stata uccisa per impedirle di sposare un musulmano.
- Solo il 29% di loro crede che l'Olocausto sia accaduto; il 2% sostiene che non sia mai avvenuto, il 17% è convinto che la portata dell'Olocausto sia stata sopravvalutata; il 24% dichiara di non avere alcuna opinione in proposito; il 23% sostiene di non sapere nemmeno cosa sia stato l'Olocausto.

I musulmani cittadini britannici sono 1,8 milioni. Da notare che, specie in sondaggi come questo (i mille musulmani del campione sono stati intervistati telefonicamente), è statisticamente più probabile che l'intervistato dia di sé un'immagine che sa essere gradita all'intervistatore e all'opinione pubblica, che non il contrario.

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