Arrivano gli ex carcerati socialmente utili

di Fausto Carioti

Siete disoccupati onesti, con la fedina penale immacolata? Avete passato gli ultimi anni a sbattervi da un'agenzia interinale all'altra, ma il posto fisso resta un miraggio? E nonostante queste continue frustrazioni non vi siete mai sognati di rubare uno spillo, tantomeno di torcere un capello a nessuno? Peggio per voi: certi errori si pagano. Se vi foste fatti arrestare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga o magari perché sorpresi a rapinare, ora trovare un lavoro sarebbe molto più facile. Primo, perché grazie all'indulto voluto da gran parte del centrosinistra e da metà della Cdl, adesso sareste comunque a piede libero. Secondo, perché il governo di Romano Prodi si sarebbe impegnato in tutti i modi per trovarvi un impiego. Invece che in mezzo alla strada, sareste su una corsia preferenziale, potendo contare sull’aiuto di un governo che più di sinistra non si può: solidale verso chi ha la fedina penale lunga, perché a sinistra la colpa dei reati di chi non è ricco è solo della società; generoso come può esserlo chi spende i soldi dei contribuenti.

L’idea è stata del diessino Cesare Damiano, ministro del Lavoro, e del leader dell’Udeur Clemente Mastella, ministro della Giustizia. Dei 15mila detenuti che hanno ottenuto l’indulto (secondo Mastella 12mila sono già usciti dal carcere e altri 3mila lo faranno di qui a breve), duemila potranno partecipare a un tirocinio semestrale di formazione nelle aziende che hanno aderito al progetto del governo. Durante questo periodo gli ex detenuti riceveranno dallo Stato un “sostegno al reddito” pari a 450 euro al mese. Non solo: per invogliare le assunzioni, Damiano e Mastella hanno assegnato a ogni lavoratore una “dote” di mille euro, destinata come “una tantum” alle aziende che trasformeranno l’apprendistato in un vero e proprio contratto d’impiego. A Italia Lavoro, società controllata dal governo tramite il ministero dell’Economia, il compito di gestire i tirocini e le assunzioni.

Il costo iniziale, hanno spiegato i ministri, è di 13 milioni di euro: dieci li mette il dicastero del Lavoro, tre quello della Giustizia. Dovrebbe essere solo l’inizio: «Se l’iniziativa avrà un riscontro positivo», ha già fatto sapere Damiano, «il finanziamento potrà essere implementato». Grazie a questa dotazione, il progetto nasce già con l’adesione di Legacoop (coop rosse), di Confcooperative (coop bianche) e del Cnca, il coordinamento delle comunità d’accoglienza: tutte realtà vicinissime al governo Prodi, che avranno così l’opportunità di coniugare ancora una volta la loro vocazione per il “sociale” con l’altrettanto naturale vocazione per i soldi pubblici e le assunzioni agevolate.

Per i due ministri si tratta di una specie di bingo. Con la loro iniziativa potranno finanziare il mondo della cooperazione, amico dell’Unione. Hanno posto le basi per la creazione di una nuova categoria di lavoratori protetti, quella degli ex carcerati socialmente utili, che al pari degli Lsu faranno parte di un mondo contiguo alla sinistra, con tutto quello che ciò potrà significare anche in termini di rapporti clientelari ed elettorali. Con questa mossa il governo spera poi di evitare che parte degli ex carcerati beneficiati dall’indulto torni a delinquere in tempi brevi. Sebbene manchino dati ufficiali, a una settimana dall’apertura delle prigioni i segnali che arrivano dalle cronache sono tutt’altro che positivi. Alcuni di coloro che erano stati scarcerati, colti in flagranza di reato, sono già rientrati in cella. Non manca chi, tornato nel giro della droga, è stato trovato morto con una siringa in vena. Sono argomenti che chi ha votato contro l’indulto, come l’Italia dei Valori, Alleanza Nazionale e la Lega Nord, non si fa certo problemi a usare come arma politica, e chi ne fa le spese è soprattutto il governo, dove è forte la pressione di un rompiscatole come Antonio Di Pietro, che su questo tema sa di potere contare sul consenso di gran parte dell’elettorato di centrosinistra. “Normalizzare” il più possibile l’impatto prodotto dall’uscita contemporanea dal carcere di 15mila detenuti serve quindi a salvare la faccia dei diessini e del ministro Mastella. Pazienza per i tanti in cerca di lavoro che, avendo sempre rigato dritto, scoprono adesso che il sedicente governo della serietà e della legalità li penalizza rispetto a chi è appena stato tirato fuori dal carcere.

© Libero. Pubblicato il 9 agosto 2006.

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