Una partita politica 2 - Borrelli si schiera

Da un lato il Milan, dove si fa evidente una certa sindrome da accerchiamento, riflesso anche delle vicissitudini giudiziarie di Silvio Berlusconi e dell'arrivo di Francesco Saverio Borrelli alla guida dell'ufficio indagini della Federcalcio. Dall'altro lato lo stesso Borrelli; il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi; la Juventus; il giornale "cugino" dei bianconeri, La Stampa. Che parlano ormai la stessa lingua e dicono le stesse cose. E cioè che Luciano Moggi non era il solo a falsare i meccanismi del campionato. Altri, per conto di altre squadre, facevano un lavoro assai simile e altrettanto fruttuoso.
Il 2 giugno tra Torino e Milano sono volati i proiettili dell'artiglieria pesante. La giornata è stata aperta da un articolo durissimo apparso sulla Stampa e richiamato con grande evidenza in prima pagina. Argomento: un presunto scambio di favori poco leciti tra i rossoneri e l'Udinese. Dove volesse andare a parare l'articolo del quotidiano di casa Agnelli era evidente sin dalle prime righe: «Dopo un anno di intercettazioni, analisi e ricostruzioni, i magistrati di Napoli una cosa credono di averla capita. Di fianco al sistema Moggi esisteva - sostengono - un sistema Milan. Diverso, forse meno ramificato, sicuramente non meno efficace». Occhio alle parole: «Non meno efficace». Vuol dire che il Milan era «sicuramente» in grado di interferire sul regolare svolgimento delle gare almeno quanto la Juventus. Parole pesantissime, visto che la Juventus ha un piede e mezzo in serie B.
A questo attacco ad alzo zero ha risposto subito Adriano Galliani, vicepresidente del Milan e presidente della Lega Calcio: «Cercano di far passare il concetto secondo cui il sistema Juve e il sistema Milan fossero la stessa cosa. Non è così: c'era solo il sistema Juve, e tutti gli altri erano i danneggiati. (...) E' evidente e ovvio, e appare chiaro anche a un bambino, che è in atto uno scorretto tentativo proveniente da Torino, attraverso anche i suoi quotidiani politici e sportivi, e avvocati, di coinvolgere il Milan per alleggerire la posizione di chi tutti sappiamo».
Anche qui, occhio alle parole: Galliani parla di un «sistema» che faceva capo alla Juventus. E' una parola importante, perché nel giro di qualche ora ritorna. Stavolta la pronuncia Borrelli, in un intervento che suona come una risposta chiara e diretta ai vertici del Milan: lo scandalo che sta venendo a galla, dice l'ex capo del pool di Mani Pulite, «non è un sistema, ma una rete molto estesa». Una «rete», non un «sistema». Vuol dire che, secondo il capo della giustizia sportiva della Federcalcio, Galliani ha torto marcio. Borrelli, del resto, è in totale sintonia con Guido Rossi, il quale il primo giugno, parlando dello scandalo, aveva detto che si era aspettato di trovare una situazione «molto più circoscritta». Ricordare che la nomina di Borrelli a capo dell'Ufficio indagini della Figc fu accolta da Franzo Grande Stevens, avvocato degli Agnelli e presidente della Juventus, con salti di gioia («Borrelli è una persona di prim'ordine, mi levo il cappello. Sono sicuro che farà bene») può aiutare a inquadrare meglio l'intera vicenda.
Berlusconi e i suoi, che dimenticando ogni principio garantista avevano scritto da soli e con larghissimo anticipo la condanna della Juventus, indicandola come unica colpevole dei mali del calcio italiano, e si erano spinti a chiedere la "restituzione" degli ultimi due scudetti vinti dai bianconeri, rischiano ora di diventare vittime del gioco pericoloso che loro stessi avevano contribuito a montare.

Update di mercoledì 7 giugno. Berlusconi conferma quanto qui è stato scritto sinora e attacca: «Stanno tirando dentro il Milan, ma il Milan ha vinto sul campo».

Sullo stesso argomento:
"Una partita politica"
"Perché la Juventus tifa Borrelli"
"La politica, il calcio e i garantisti a ore"

Post scriptum. Ne approfitto per spiegare che non sempre la moderazione dei commenti, spesso attivata anche in questo sito, funziona come si deve. Ad esempio tre commenti (di Furio, di Marco e di Otimaster) al post "L'arcobaleno che non ti aspetti" mi sono spuntati fuori con colpevole ritardo, e solo oggi li ho pubblicati. Mi scuso ovviamente con i tre amici.

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