The ga(y)me of the day

L'amico Mauro mi chiede cosa ne penso del perfido quesito posto da my brother in arms Andrea Mancia e da Daw: l'omosessualità è una malattia oppure no? La risposta, qui, è «no». Del resto, se gli omosessuali sono malati, i bisessuali cosa sono? Malati a giorni alterni? No, non funziona proprio.
Già che ci siamo, diciamo che i problemi seri sono altri. Ad esempio il fatto che ieri il parlamento di Strasburgo abbia approvato questa schifezza qui. Se del contenuto si può discutere, il metodo è vergognoso: scelte simili debbono essere rimesse ai parlamenti nazionali. La porcheria vera, comunque, è che a Strasburgo ci sia gente (leggere con attenzione l'agenzia) che definisce «un diritto fondamentale» l'adozione di bambini da parte di coppie gay. Un diritto. Fondamentale. Di quelli senza i quali sei una persona dimezzata.
Le due cose sono legate. E' ovvio, nelle parole degli stessi europarlamentari, che il riconoscimento del matrimonio gay come diritto fondamentale della persona apre le porte all'analogo riconoscimento del diritto di adozione. Il che, da un punto di vista filosofico e giuridico, non fa una piega. L'omosessualità non è una malattia, ma da qui a proporla come esempio di vita ai bambini c'è un abisso.
Addendum. Aggiungo che non ritengo l'adozione di un figlio un "diritto fondamentale" nemmeno per le coppie etero. Avere un figlio non è un diritto. Avere dei genitori che ti amino, quello lo è. Insomma, se c'è un diritto, è quello dei figli che cercano genitori, non quello dei genitori che cercano figli a tutti i costi.

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