Iraq, quello che le televisioni non dicono

Quello che le televisioni non dicono lo dice il senatore democratico Joe Lieberman, reduce dal suo quarto viaggio in Iraq, in un editoriale sul Wall Street Journal di oggi. Qui i punti essenziali.
«I progressi sono visibili e concreti. Nelle regioni curde del nord la sicurezza e la prosperità aumentano ogni giorno. Il sud a maggioranza sciita è in gran parte libero dal terrorismo, può contare su più energia elettrica e servizi pubblici di quanti ne avesse sotto Saddam e sta assistendo a una grande attività economica. Il triangolo sunnita, delimitato geograficamente da Baghdad a est, Tikrit a nord e Ramadi a ovest, è dove si si verificano la maggioranza degli attacchi terroristici. Eppure, anche lì vi sono progressi».
«Ci sono più automobili nelle strade, parabole per la televisione sui tetti e letteralmente milioni di cellulari nelle mani degli iracheni che mai. Tutto questo ci dice che l'economia irachena sta crescendo. E i candidati sunniti stanno facendo attivamente campagna elettorale per i seggi nell'assemblea nazionale».
«E' una guerra tra 27 milioni e 10.000. 27 milioni di iracheni che vogliono vivere le loro vite in libertà, opportunità e prosperità e circa 10.000 terroristi che sono revanchisti saddamiti ed estremisti islamici iracheni o combattenti stranieri di Al Qaeda, i quali sanno che la loro causa sciagurata sarà sconfitta se l'Iraq diventerà libero e moderno».

"Our Troops Must Stay", by Joe Lieberman.

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